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Quello in cui viviamo č un mondo sempre piů complesso; in poco piů di un secolo la popolazione č passata da 1,5 a piů di 7 miliardi e secondo le stime demografiche entro il 2050 arriverŕ a 10. Anche gli Stati nel giro di cinquant'anni sono quadruplicati, passando da 50 a oltre 200. Il nostro establishment politico, economico e finanziario, come nella Francia di Maria Antonietta, pare avulso dalla realtŕ dei popoli e inadeguato ad affrontare i profondi cambiamenti che stanno investendo il pianeta. All'aumentare della complessitŕ del mondo corrisponde una progressiva perdita di credibilitŕ dei piloti, quell'élite occidentale a cui nessuno riconosce piů il suo ruolo di guida. Allo stesso tempo, con la crisi della globalizzazione acquisiscono nuova importanza gli Stati, le unioni, gli accordi bilaterali, il giusto mix di hard e soft power, l'equilibrio tra i diversi attori. "Verso un mondo multipolare" esamina lo scacchiere internazionale attingendo alle forme di pensiero della cultura della complessitŕ e dei sistemi. Il risultato č un'analisi condotta su diversi livelli dei punti di forza e debolezza sia degli attori tradizionali (USA, Cina, Russia ed Europa), sia dei nuovi centri emergenti, tutti impegnati nel grande gioco di tutti i giochi: assicurarsi le migliori condizioni di possibilitŕ per accedere a un futuro in cui cambieranno molte cose. Un mondo in cui se l'Europa non troverŕ in fretta una sua chiara collocazione finirŕ per essere una pedina all'interno di un gioco a tre: Cina, Russia e America. Un mondo nuovo per il quale sono necessari un agire e un pensare inediti.