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Carlo Gatti č nato con un buco. Figlio di madre certa e padre incerto, spende i suoi settant'anni coltivando un potente lato poetico che lo mette al riparo dall'impossibilitŕ di conoscere le proprie origini, che si nascondono tutte pasticciate su un foglio lercio passato di faldone in faldone dai tribunali dei minori fino al cassetto della donna che lo ha adottato. Figlio unico in una famiglia che si era rassegnata sulla possibilitŕ di diventare genitori, Carlo cresce amato e coccolato a Tarrazza, un piccolo paese in provincia di Lodi. A parte avere un'infanzia che inizia a tre anni e mezzo, perché prima di allora non ha nessuna foto che lo incornici neonato, la sua condizione di bambino diverso, adottato, la indossa come un vestito spiegazzato, senza strappi; non ricorda nemmeno il momento in cui non sapeva di avere una madre prima e una madre poi. Giovane e promettente pianista classico, abbandona la carriera musicale per fare il clown in uno sgangherato circo a conduzione famigliare. Diventa, suo malgrado, un eroe nazionale e vive la sua improvvisa notorietŕ come un lavoro noioso e routinario. La sua vita verrŕ sconvolta dalla scoperta di avere un fratello, adottato come lui. La felicitŕ e il dolore dell'incontro sono la colla che tappa il buco, la terra che lo riempie almeno fino a metŕ. Il sapere di aver sofferto in due, allo stesso modo, permetterŕ di dare un nome a quel passato sbianchettato, perché il "sangue del mio sangue" torni a significare qualcosa, anche solo una voglia matta di tornare a casa. Giulio Cavalli ha scritto un romanzo che č diventato la sua casa.