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Noa, studentessa di fotografia a Gerusalemme e Amir, studente di psicologia a Tel Aviv, decidono per convenienza di spostamenti di trasferirsi in un villaggio a metŕ strada tra le due cittŕ. Castel - questo č il nome del villaggio - č un'ex enclave araba abbandonata nel 1948 e da allora divenuta dimora di una comunitŕ ebraica proveniente dal Kurdistan. I due ragazzi sviluppano da subito un rapporto di caldo vicinato con i padroni di casa, gli Zakian e con una famiglia che vive nei dintorni, segnata dalla tragedia della morte di uno dei figli, ucciso in Libano e il cui secondogenito stringerŕ un'amicizia fraterna con Amir. Questo intreccio di sentimenti e drammi privati si complicherŕ quando un operaio palestinese di nome Saddiq che sta svolgendo dei lavori nei paraggi riconoscerŕ nella casa dove abitano Noa e Amir l'abitazione da cui la propria famiglia era stata scacciata all'arrivo dei coloni ebrei. Di quella casa Saddiq possiede ancora la chiave, e si fa forte in lui, giorno dopo giorno, il desiderio di entrare furtivamente nell'appartamento della sua infanzia. Il giorno in cui cede alla tentazione, ritrovando tra l'altro un gioiello che sua madre aveva nascosto dietro a un mattone, verrŕ arrestato come sospetto terrorista. Intanto, sulle esistenze di Noa, Amir e degli altri abitanti del quartiere, si stende il velo nero di una tragedia collettiva: č il 4 novembre del 1995 e Yitzak Rabin, capo del governo, viene assassinato...