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La voce di Jean-Claude Izzo arriva dal Mediterraneo. «Isola» di acque e terre dalle molteplici civiltà, culture, lingue, di contraddizioni, naufragi e sbarchi, di paure e sbarramenti, di accoglienze e passaggi, – purtroppo oggi ancor più dolorosamente evidenti, – di cui lo stesso poeta esplicita e rivendica, in modo inequivocabile, la sua appartenenza. Izzo, tenendo per mano le due sponde – Oriente e Occidente –, attraverso la poesia diventa «mano tesa fra rive senza ponte». L’opera poetica di Jean-Claude Izzo è pressoché sconosciuta in Italia, e a parte la traduzione di qualche poesia a cura di Luigi Bernardi nel volume di Stefania Nardini, Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese e di qualche altra traduzione sparsa nell’etere è ricordato soprattutto come giallista, l’inventore del noir mediterraneo – la cosiddetta «trilogia marsigliese» composta dai noir: Casino totale, Chourmo. Il cuore di Marsiglia, e Solea – come giornalista, sceneggiatore e per il suo costante e intenso impegno politico. Ma è con la poesia che Jean-Claude Izzo inizia e conclude il suo cammino e d’altronde, anche il nome del suo famoso poliziotto, Fabio Montale, è un omaggio alla poesia.