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Quando Ruby Hamad denuncia sul «Guardian» il vittimismo che le donne bianche spesso usano come arma quando una donna di colore le mette di fronte al loro razzismo, si rende conto di aver toccato un nervo scoperto. Nonostante la reazione violenta e incontrollata di molte persone all'articolo, l'autrice decide di non tirarsi indietro. Nasce così "Lacrime bianche / ferite scure", che ci mette di fronte a una scomoda verità: dalla schiavitù e il colonialismo fino alla contemporaneità, le donne bianche sono state complici della supremazia razzista, ed è giunta l'ora che il loro femminismo faccia finalmente i conti con il proprio privilegio per essere davvero intersezionale. Come scrive Nadeesha Uyangoda nella sua prefazione, «I movimenti femministi occidentali non potranno mai né rispondere alle esigenze di tutte le donne né tanto meno porsi come lotte con un impatto globale, se prima non riflettono sulla responsabilità che hanno avuto e che continuano ad avere nell'oppressione sistematica delle donne di colore».