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Che cos’è il diritto all’“identità di genere”? Perché secondo la giurisprudenza italiana ha ormai sostituito quello all’“identità sessuale”? Che funzione svolge nel nostro ordinamento? E per che tipo di operazioni giuridiche è servito e serve oggi? Il volume di Tommaso Gazzolo cerca di rispondere a queste domande in un percorso che incrocia il diritto con la psicoanalisi, ma anche con alcune teorie post-femministe, nel tentativo di individuare contraddizioni e aporie che derivano da una concezione del “genere” quale tratto caratteristico dell’identità “personale”. In particolare, l’autore mira a mostrare come l’identità di genere, per come intesa comunemente tanto dalla scienza giuridica quanto in un certo dibattito pubblico, finisca per risolversi in un astratto diritto “a essere sé stessi”, di cui il libro denuncia limiti e pericoli, cercando al contempo di indicare una nuova funzione del diritto in relazione alla sessualità.