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Le "Egloghe" sono riconosciute nella storia della critica dantesca come l'ultima opera di Dante Alighieri, con la quale il Sommo Poeta cercň di ribadire il suo perpetuo desiderio di tornare a Firenze dopo la condanna dell'esilio del 1302. Le "Egloghe" sono state diffuse solamente grazie al contributo filologico della Terza Corona della letteratura italiana, Giovanni Boccaccio, portando fra i critici il dubbio che si trattasse di una falsificazione da parte dell'autore del "Decameron". Questo libro si concentra sul ruolo del Boccaccio editore e commentatore delle "Egloghe" dantesche: si tratta di un lavoro incentrato sullo studio diretto delle glosse del manoscritto scritto di pugno dal Boccaccio, confrontato con l'analisi di altre opere della Terza Corona nella veste di commentatore-erudito, con lo scopo di ricostruire la storia della trascrizione del manoscritto e dare un nuovo contributo di ricerca critica per la questione dell'attribuzione dell'opera.